Il monumento scelto per l’adozione dal Liceo “C. Colombo di Marigliano (NA), è la Chiesa del Complesso Monumentale di San Vito posto al corso V. Emanuele III, 236. Tale scelta voluta dai discenti, nasce dal riconoscimento dell’importanza di questo manufatto nella storia della città, e dal senso spiccato dell’appartenenza degli allievi stessi.
Un luogo che ha visto crescere le varie generazioni di Marigliano e dei paesi limitrofi, è spiccato il senso religioso con cui i fedeli guardano a questo luogo. In questi ultimi tempi molto trascurato per mancanza di fondi destinati al recupero di tale fabbrica. La Chiesa risale ad un tempo remoto, si trovano testimonianze in uno scritto del VII secolo, alcuni reperti marmorei, fanno pensare che la basilica primitiva sia stata impostata su una preesistente costruzione di epoca romana. Solo nel 1497 per volere di Alberico I di Carafa, conte di Marigliano, fu ricostruita con l’ingresso rivolto a nord, facendo sì che la facciata fosse disposta in asse con la porta principale della città. Nei secoli successivi si sono succeduti interventi di abbellimento e riammodernamento.
L’ampia chiesa rinascimentale, a tre navate, fu ridecorata, quando lo spazio fu ridotto ad un’unica navata (secondo la logica gesuitica di cultura tridentina) con cappelle laterali, tipologia odierna. Della costruzione cinquecentesca resta la cappella d’Avenia con pianta quadrata sormontata da cupola, nella quale sono conservati un notevole monumento funerario ed altri interessanti elementi scultorei. L’antica pala d’altare della cappella, di artista napoletano tardo manierista, è attualmente conservata, insieme ad altra tavola di epoca coeva raffigurante l’Immacolata, nel coro posto sopra al pronao d’ingresso alla Chiesa. Notevole è il ciclo di tele sei- settecentesche, che decorano gli altari laterali. Va evidenziata la tela della controsoffittatura rappresentante “La Deposizione e Gloria di San Vito” di Flaminio Vitale del 1717, molto attivo nel nolano di Scuola Caravaggesca. Tale tela già rimaneggiata per le continue infiltrazioni delle acque meteoriche, nel 1927 fu restaurata dal pittore Salvatore Caliendo, artista locale. Essa è abbisognevole di interventi di restauro e non è trascurabile l’impegno dei frati Francescani, concessionari della fabbrica, per sensibilizzare l’opinione pubblica. Non ultima la partecipazione al censimento “I luoghi del cuore” indetto dalla FAI.