“Coloro che non hanno radici, che sono cosmopoliti si avviano alla morte della passione e dell’umano. Per non essere provinciali occorre possedere un villaggio vivente nella memoria, a cui l’immagine e il cuore tornano sempre e di nuovo, e che l’opera di scienza o di poesia riplasma in voce universale”. ( Ernesto de Martino).
La motivazione all’adesione al concorso è legata alla volontà di riportare nella didattica e nei valori educativi tali principi. Nei nostri giovani allievi è sempre più presente il senso di estraneità dal proprio luogo di origine e di lavoro, la non condivisione dei valori della propria cultura, la ricerca di un’identità al di fuori del proprio mondo. Da Francesco Grimaldi a Mario Rispoli… proveremo a ricostruire una piccola storia dell’ edificio il quale armonicamente inserito in pieno centro antico, nel caratteristico dedalo dei cardi e decumani, fu iniziato su disegno di Francesco Grimaldi nel 1610.Tre anni dopo, Grimaldi moriva e G. Giacomo di Conforto rielaborava i progetti e proseguiva i lavori assistito dagli architetti Agostino Pepe, Pietro Di Marino e Bartolomeo Picchiatti, che disegnò il campanile. Nel 1809 il convento fu soppresso da Gioacchino Murat e l’edificio fu destinato alla Camera notarile. Sempre in quell’ anno fu, poi, adibito a caserma ed assegnato al reggimento “Real Napoli”. Nel 1820 fu abbandonato e saccheggiato, ma due anni dopo vi alloggiarono le truppe austriache. Nel 1860 diventò sede della manifattura tabacchi, storico opificio dove lavorarono generazioni di “tabacchine” producendo gli apprezzati sigari napoletani. Nel 1972, dopo oltre un secolo, la manifattura tabacchi fu trasferita in una nuova sede e, l’edificio, proprietà del demanio dello Stato, fu abbandonato in attesa di nuova destinazione. Nel 1976, grazie all’ architetto Mario Rispoli che, allora, guidava da Preside l’istituzione scolastica ancora ospite dell’Accademia di Belle Arti di via Costantinopoli, l’edificio fu assegnato al liceo. Oggi, grazie alla sua prestigiosa sede, il Liceo Artistico di Napoli costituisce, con la collegata chiesa teatina, il seicentesco “complesso monumentale dei Santi Apostoli”.